Passa ai contenuti principali

Post

Per sempre

Attenzione: questa storia autoconclusiva l'ho composta sulla base della novella di G. Boccaccio, "Lisabetta da Messina"(Decameron, giornata IV, novella 5); la quarta giornata, durante la quale viene narrata tale novella, è dedicata agli amori infelici: "[...] si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine". “Bene, ormai è l’ora del tramonto, uhm…” disse piano una ragazza dai lunghi capelli rossi osservando i propri amici pensierosa, poi, con un gesto repentino, puntò l’indice su una ragazza i cui capelli corvini rendeva il viso pallido come l’avorio, e aggiunse “Clarissa, tocca a te raccontare una storia”. I componenti della piccola combriccola sorrisero, alcuni batterono le mani, altri fischiarono piano. Due ragazze si misero sedute su dei preziosi cuscini orientali, invece tre ragazzi si accomodarono su dei divani, e gli altri si misero comodi, in attesa di quello che avrebbero sentito di lì a poco. La giovane sospirò piano fra i denti. “
Post recenti

Dis- amore

Sono seduto accanto a lei, la osservo tristemente. Ha il capo voltato dall´altra parte, verso la finestra. I capelli scuri le ricadono sul volto e macchiano il cuscino candido. Sembrano dei lunghi serpenti sottili che fuggono in ogni direzione, che si raccolgono, si scontrano e si riposano. Il suo corpo è nascosto dal lenzuolo. E’ di certo calda, la sento respirare lentamente, in modo cadenzato, a intervalli regolari; chissà se anche il suo cuore è cosi regolare o se si è dimenticato cosa significhi accelerare i battiti. Distolgo lo sguardo verso la finestra da cui penetrano a fatica i raggi luminosi ostacolati dalla pesante tenda. Per me il suo cuore ha smesso di battere. Ho sbagliato troppo e forse è meglio cosi. Per lei. Non sopporto, non posso sopportare il dolore che seguirà quando se ne andrà via. Qualche tempo fa ho scelto di togliermi la vita piuttosto che perderla, ora mi chiedo cosa fare. Nulla ha più senso. Non senza lei. Mi ha accerchiato, mi ha soffoca

Oggi no

Oggi no. NO. Domani sarà un altro giorno. Domani sorriderò di sicuro, giocherò con te, uscirò di casa, avrò voglia di vedere gente per strada, di dare indicazioni, di essere gentile. Domani mi alzerò dal letto, prometto. Domani mi laverò il viso con l'acqua fredda, mi vestirò, mi truccherò, mi farò i capelli. Domani cucinerò qualcosa, darò io da mangiare ai gatti, risponderò ai messaggi, andrò al lavoro, studierò. Domani. Prometto. Ma non oggi. Oggi lasciami qui. Lasciami stare da sola. Non disturbare il mio silenzioso essere sola sulla Terra. Non chiedermi perché. Non chiedere cosa ho. Non chiedermi se sia colpa tua. Non chiedermi se sto bene. Non darmi fastidio. Lasciami da sola, ti prego. Oggi no. No, no, no, no, no. Voglio solo stare qui al caldo. In silenzio. Guardare gli alberi spogli che si intravedono dalla finestra. Pensare. Stare cosi. Sentire i battiti regolari del mio cuore. Ascoltare i miei respiri. Permettimi di ferma

Nonno

Stropiccio continuamente le mani e, subito dopo, vedo le immagini delle braccia di mio nonno. Gonfie, piene di aghi, contuse, bluastre. Ma forti. Mani di un uomo che ha lavorato per tutta la vita. Di un uomo che ha cresciuto quattro ragazzi e una nipote. Di un uomo testardo. Eppure le sue dita sono cosi gonfie che quasi non riesco a raddrizzarle per guardarle. Mi fa male il cuore e la mia anima si lacera. Quando l'ho visto la prima volta in terapia intensiva era immobile. Freddo. Con mille aghi, con quel macchinario della ventilazione artificiale, con gli elettrodi addosso. Non volevo piangere, ma non ho resistito. Gli ho detto che sono al suo fianco. E che lo amo. E che è stato il miglior nonno del mondo. Quando sono uscita fuori sono scoppiata a piangere, perché, in fondo, io lo sapevo. Sapevo che non ce l'avrebbe fatta. I medici lo davano per spacciato già dalla prima notte, invece lo avevano operato ed era sopravvissuto. E a settantatré anni è un traguardo sop

Nascita (It.)

La data della mia nascita è il giorno in cui ho conosciuto TE.

Amor (Lat.)

[...] sed mulier cupido quod dicit amanti, in vento et rapida scribere oportet aqua. Cat., carme 70

Lost in the wild (En.)

Two years he walks the earth. No phone, no pool, no pets, no cigarettes. Ultimate freedom. An extremist . An aesthetic voyager whose home is the road. So now, after two rambling years comes the final and greatest adventure. The climactic battle to kill the false being within and victoriously conclude the spiritual revolution. No longer to be poisoned by civilization, he flees, and walks alone upon the land to become lost in the wild. Now you're in the wild, what are we doing? You're just living, man. You're just there, in that moment, in that special place and time. Yeah. Maybe when I get back, I can write a book about my travels. Why not? You know, about getting out of this sick society. I don't understand why people, why every fucking person is so bad to each other so fucking often. It doesn't make sense to me. Judgment. Control. All that, the whole spectrum. - Well, it just..