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Solo un raffreddore

Alcune donne diventano dipendenti di un uomo prima di amarlo davvero. Si innamorano delle sue parole, dei momenti condivisi con lui, legano il loro presente a promesse di un futuro assieme.
Pensano a come ci starebbe lui mano nella mano con i loro figli ancor prima di costruirci una famiglia; si illudono e arrivano persino a non riuscire a stare un giorno senza vederlo. Invece, lui semplicemente ti possiede.
Sei una fra le tante donne con le quali divide il suo letto e qualche ricordo.

Pensavi di non poter vivere senza di lui, ma lo credevi soltanto. Laddove i sentimenti non sono dimostrati, non c'è un di più, un futuro; pensavi che un bacio potesse sostituire una dimostrazione di sincerità e che l'amore fosse un calmante per la sofferenza. Ritenevi che sarebbe cambiato, che si sarebbe reso conto di quanto lo amassi.
Quando, però, tutto il tuo amore scompare ti rimane solo un'anima pesante e rammaricata. Allora non credi più in un futuro. Allora ti rendi conto di dove hai sbagliato, E hai sbagliato pensando di poter trasformare le persone per un giorno in persone per la vita.

Puoi vivere senza alcune persone. Non esiste una felicità che dipende da qualcun'altro. Esiste solo la tua felicità, la sua felicità e una felicità comune, costruita insieme. Non inizi una relazione senza nulla, la inizi almeno con il desiderio di creare, di amare. L'amore non si mette sulla bilancia, tuttavia ha sempre bisogno di un equilibrio: lui ti ama e tu lo ami, lui lotta e tu lotti. Se lui non è disposto a fare qualcosa per voi, chiudi subito. Pensando che le cose cambieranno sbagli già dall'inizio. Vattene. Le persone piccole amano minimamente, in rate. Vattene.

Pensavi di non poter vivere senza di lui. Ma poi hai capito che la tua non è stata una mortale malattia, ma solo un banale raffreddore.

Commenti

UIFPW08 ha detto…
A volte non pasta un semplice antipiretico
Maurizio

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Aiuto!

Solitamente non mi schiero contro scrittori, autori & Co., leggo di tutto, dai classici ai moderni, da una letteratura di alto registro a una di basso, ma questa volta non ho retto il colpo. Mia madre qualche giorno fa ha trovato in un autobus un libro dimenticato da qualcuno, era "Scusa, ma ti chiamo Amore" di Moccia. Ebbene, se avevo visto il film, discreto, non un granchè, ma per svagarsi due orette va bene, il libro, per come è scritto FA SCHIFO! Non posso crederci, ma come ha fatto quello là a pubblicare un libro? E' cosi che si scrive? Anche navigando in internet trovi scrittori amatori molto migliori di lui. Fino ad adesso non avevo mai letto nulla di suo e né lo farò mai più. Che sia specchio di questo degrado inevitabile? Di queste ragazzine che non sanno più nemmeno la grammatica? Non so che pensare, ma a me fa orrore. Che il Signore lo perdoni.

Paura.

Bloccata nella mia mente. Sto impazzendo?! Mi guardo con dolore la mano, cosa sta succedendo? Le mie dita non sanno che lettera succede alla "l". Piango. Dio!!! Cosa sta succedendo? Mi alzo, corro al bagno, sento l'acqua fredda infrangersi sul volto. Mi guardo allo specchio. Non sono io! Mi voglio lavare i denti, prendo il sapone. Inorridisco. Tento di spiegare a papà. Il suo sguardo. La sua bocca spalancata. E' come se non capisse. Mi nascondo il volto nelle mani. Cosa sto dicendo? Cosa???!!! Piango. Sono disperata. "Stai impazzendo?". Parole chiare, pesanti, accusatorie. Lo fisso. "Si!" sto impazzendo. Mi vorrei lacerare il petto. Posso sopportare tutto, ma non che il mio cervello mi tradisca. Rinchiusa nel labirinto della mia mente sto sfiorendo. Vicino a mamma e al mio fratellino, cerco di ignorare il tamburellante mal di testa e di addormentarmi. Chissà che al mio risveglio tutto questo non sia stato che un incubo.