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Aiuto!

Solitamente non mi schiero contro scrittori, autori & Co., leggo di tutto, dai classici ai moderni, da una letteratura di alto registro a una di basso, ma questa volta non ho retto il colpo. Mia madre qualche giorno fa ha trovato in un autobus un libro dimenticato da qualcuno, era "Scusa, ma ti chiamo Amore" di Moccia. Ebbene, se avevo visto il film, discreto, non un granchè, ma per svagarsi due orette va bene, il libro, per come è scritto FA SCHIFO! Non posso crederci, ma come ha fatto quello là a pubblicare un libro? E' cosi che si scrive? Anche navigando in internet trovi scrittori amatori molto migliori di lui. Fino ad adesso non avevo mai letto nulla di suo e né lo farò mai più. Che sia specchio di questo degrado inevitabile? Di queste ragazzine che non sanno più nemmeno la grammatica? Non so che pensare, ma a me fa orrore. Che il Signore lo perdoni.

La volpe e l'uva

Fame coacta vulpes alta in vinea uvam adpetebat summis saliens viribus. Quam tangere ut non potuit, discedens ait: >. (De vulpe et uva,IV,3. Fedro) Una volpe, spinta dalla fame, cercava di raggiungere l'uva sulla cima di un pergolato, saltando con tutte le sue forze. Poichè non riuscì neppure a toccarla, andandosene disse: >. L'uva ancora è acerba. Aspetterò fino a quando sarà cotta, allora riproverò. Forse non ci arriverò al primo tentativo, nemmeno al secondo, neppure al terzo. Ma ogni giorno ci proverò, l'allenamento è tutto. Supererò i miei limiti. Ci arriverò. Lo giuro. Coglierò quell'uva.

Paura.

Bloccata nella mia mente. Sto impazzendo?! Mi guardo con dolore la mano, cosa sta succedendo? Le mie dita non sanno che lettera succede alla "l". Piango. Dio!!! Cosa sta succedendo? Mi alzo, corro al bagno, sento l'acqua fredda infrangersi sul volto. Mi guardo allo specchio. Non sono io! Mi voglio lavare i denti, prendo il sapone. Inorridisco. Tento di spiegare a papà. Il suo sguardo. La sua bocca spalancata. E' come se non capisse. Mi nascondo il volto nelle mani. Cosa sto dicendo? Cosa???!!! Piango. Sono disperata. "Stai impazzendo?". Parole chiare, pesanti, accusatorie. Lo fisso. "Si!" sto impazzendo. Mi vorrei lacerare il petto. Posso sopportare tutto, ma non che il mio cervello mi tradisca. Rinchiusa nel labirinto della mia mente sto sfiorendo. Vicino a mamma e al mio fratellino, cerco di ignorare il tamburellante mal di testa e di addormentarmi. Chissà che al mio risveglio tutto questo non sia stato che un incubo.